Sabato della settimana della II Domenica dopo l'Epifania

Es 7, 1-6; Sal 94 (95); Rm 15, 14-21; Mc 12, 1-12

Il Signore disse a Mosè: «Vedi, io ti ho posto a far le veci di Dio di fronte al faraone: Aronne, tuo fratello, sarà il tuo profeta. Tu gli dirai quanto io ti ordinerò: Aronne, tuo fratello, parlerà al faraone perché lasci partire gli Israeliti dalla sua terra». (Es 7,1-2)

Il Signore non agisce come un solitario: la liberazione del popolo di Israele avviene grazie alla mediazione di Mosè, che a propria volta è aiutato dal fratello Aronne.
Questo stile non è casuale, ma è la sostanza stessa dell’agire del Signore: la liberazione è quella dell’intero popolo, inteso come comunità, non è possibile che venga ottenuta solo dai singoli, perché liberando il Signore fa dono della possibilità di vivere come lui, in un legame costruttivo con gli altri. Andando ancor più in profondità, questa forma dell’agire del Signore porta a riconoscere la bellezza di essere legati a lui, che non opprimerà mai come qualcuno che è superiore, ma come un Dio che si fa vicino coinvolgendo nella sua storia ogni essere umano.

Preghiamo

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

dal Salmo 94 (95)

 

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