Lunedì della VI settimana di Pasqua
At 19,1b-10; Sal 67; Gv 13,31-36
Paolo scese a Efeso. Qui trovò alcuni discepoli e disse loro: «Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede?». Gli risposero: «Non abbiamo nemmeno sentito dire che esista uno Spirito Santo». (At 19,1b-2)
Questo semplice episodio, accaduto a Efeso, ci racconta la dinamicità del cammino di fede, che non è mai un’acquisizione definitiva e completa; è invece sempre bisognosa di fare passi in avanti, di riconoscere altro che il Signore vuole rivelare di sé. La storia non ha ancora conosciuto tutto di Dio, anche se è vero che Gesù ci ha rivelato definitivamente la pienezza dell’amore divino. Ma lo Spirito porta avanti ancora il suo compito di maestro, di suggeritore, di ispiratore, perché non abbiamo ancora capito tutto e non abbiamo finito di dover imparare dalle Scritture e dalle forme con le quali parla nella vita di uomini e donne di ogni tempo, che si sono resi docili al suo soffio. Avere fede non è aver già ascoltato tutto, perché siamo sempre discepoli, anche quando agiamo da maestri, catechisti, docenti, pastori, teologi… Nessuno si è messo definitivamente in tasca la pienezza della fede cristiana, sempre da riscoprire, sempre da interpretare nuovamente, dentro i passaggi inattesi che la storia porta con sé e nella luce dello Spirito di Dio.
Preghiamo
Signore, il mio cuore ripete il tuo invito:
«Cercate il mio volto!».
Il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto.
(Sal 27,8-9a)