Mercoledì della VI settimana di Pasqua
At 20,17-38; Sal 26; Gv 14,7-14
«Non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di dare testimonianza al vangelo della grazia di Dio.» (At 20,24)
Paolo intuisce che il suo percorso sta volgendo al termine; o almeno che ora non potrà più far troppo conto sui suoi progetti; e parla con cuore aperto ai presbiteri della comunità di Efeso, che fa venire a Mileto, dove si trova. Le sue parole sono cariche di sano orgoglio per quanto ha vissuto sino a quel momento, non nasconde la fierezza che sente per il modo con cui ha cercato di servire la Buona Notizia. E vuole continuare a farlo, fino in fondo, a qualunque cosa questo lo conduca, senza paura. Se non è di tutti l’invio missionario, a tutti noi credenti certamente appartiene la responsabilità della testimonianza. Se non siamo tutti chiamati al martirio, certamente ognuno di noi è invitato a muoversi nel mondo senza paura e senza vergogna per l’adesione al messaggio di Gesù e alla sua persona. Abbiamo tutti una corsa da portare a termine, chi in velocità altissima, chi magari arrancando e con fatica, chi con passo lento, chi con deviazioni e ritorni, ma tutti verso la stessa meta, la salvezza, la pienezza di vita in Gesù.
Preghiamo
Forza è il Signore per il suo popolo,
rifugio di salvezza per il suo consacrato.
Salva il tuo popolo e benedici la tua eredità,
sii loro pastore e sostegno per sempre.
(Sal 28,8-9)