I Domenica di Avvento
Is 51,4-8; Sal 49 (50); 2Ts 2,1-14; Mt 24,1-31
«Quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo». (Mt 24,3)
La parola greca tradotta con venuta è parusia, una parola importante per indicare la visita e la presenza del Signore glorioso che ritornerà come giudice. È il momento della presenza potente e operante del Messia, è la sua presenza da Risorto; il compimento del mondo è invece l’ultimo atto. Infatti, alla fine del Vangelo secondo Matteo, il Risorto dice ai suoi discepoli: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». L’altro termine greco, syntélia, che significa consumazione, compimento, fine, si riferisce alla conclusione della storia umana e la venuta gloriosa di Cristo. Ciò che stiamo vivendo ora non è l’ultimo tempo, ma il penultimo, il tempo della Chiesa, dove già ora, possiamo gustare la sua presenza attraverso l’azione dello Spirito Santo nell’ascolto della Parola di Dio, nei sacramenti, nella vita della comunità che diviene comunione e fraternità. Per ben iniziare un nuovo anno liturgico è utile ricordarne il compimento, vivendo l’unico atteggiamento utile che è il servizio al regno di Dio.
Preghiamo
Davanti a me riunite i miei fedeli,
che hanno stabilito con me l’alleanza
offrendo un sacrificio.
Sal 49,5