Lunedì della settimana della IX Domenica dopo Pentecoste

2Sam 5, 1-12; Sal 88 (89); Lc 11, 1-4

Davide si stabilì nella rocca e la chiamò Città di Davide. Egli fece fortificazioni tutt’intorno, dal Millo verso l’interno. Davide andava sempre più crescendo in potenza e il Signore, Dio degli eserciti, era con lui. Chiram, re di Tiro, inviò messaggeri a Davide con legno di cedro, carpentieri e muratori, i quali costruirono una casa a Davide. Davide seppe allora che il Signore lo confermava re d’Israele ed esaltava il suo regno per amore d’Israele, suo popolo.  (2Sam 5,9-12)

Il favore del Signore nei confronti di Davide è evidente: nel suo ruolo di re Davide riesce a conquistare la città di Sion, estendendo il dominio del popolo di Israele. La sua potenza, appunto, non è un beneficio personale ed esclusivo, ma indica la fioritura dell’intero popolo, tanto che addirittura i re delle potenze vicine ne riconoscono il valore e collaborano con lui pacificamente.
Così come il popolo di Israele, nel momento di prosperità, riesce ad attrarre anche altri popoli, ciascuno può vivere nello stesso modo, nel nome del Signore, le sue relazioni con gli altri: perché siano sempre occasione di alleanza e di costruzione di nuovi legami, anziché motivo per creare differenze e opposizioni.

Preghiamo

La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui
e nel mio nome s’innalzerà la sua fronte.
Farò estendere sul mare la sua mano
e sui fiumi la sua destra».

dal Salmo 88 (89)

 

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