Sabato della settimana della XI Domenica dopo Pentecoste
Dt 4, 32-40; Sal 94 (95); Eb 12, 25-29; Mt 7, 21-29
Mosè disse: «Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità all’altra dei cieli, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l’hai udita tu, e che rimanesse vivo? O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un’altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore, vostro Dio, in Egitto, sotto i tuoi occhi?». (Es 4,32-34)
Mosè ripercorre insieme al popolo di Israele gli eventi della liberazione, facendo scoprire a tutti quanto sia stato inaudito quell’evento.
Ancora oggi ciascuno può stupirsi della natura del Signore: solitamente si è abituati a pensare che nei confronti di Dio ci si debba sacrificare, che sia opportuno abbassarsi per esaltarlo. Al contrario il Signore, fin dagli eventi dell’Esodo e poi nel compimento della rivelazione in Gesù, si presenta come colui che fa il primo passo, colui che desidera e sceglie di entrare in relazione con l’umanità.
Oggi è il giorno per fare memoria di quell’evento inaudito, per custodirlo scoprendo che da lì dipende il valore immenso della vita di ciascuno.
Preghiamo
Perché grande Dio è il Signore,
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra,
sono sue le vette dei monti.
Dal Salmo 94 (95)