Venerdì della settimana della VI Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
2Tm 4,9-18.22; Sal 140 (141); Lc 21,34-38
Vegliate in ogni momento pregando. (Lc 21,36)
Vegliamo e preghiamo incessantemente, vegliamo, cioè: abbiamo una grande prudenza nei nostri pensieri, nelle nostre parole, nelle nostre azioni; non dico lentezza, ma prudenza: pur essendo vivi, rapidi, energici, facciamo grande attenzione a tutto ciò che diciamo, pensiamo, facciamo, al fine di non dire, pensare, fare niente che dispiaccia a Dio, che sia altro da ciò che nostro Signore farebbe, direbbe, penserebbe al nostro posto. Agendo, pensando, parlando facciamo un’estrema attenzione… E dopo aver pensato, parlato, agito, esaminiamo ciò che abbiamo pensato, detto, svolto, per vedere se abbiamo fatto in tutto la volontà di Dio, fatto il meglio, fatto ciò che piace di più a nostro Signore, fatto ciò che Lui avrebbe fatto al nostro posto.
(C. de Foucauld, L’imitation du Bien-Aimé. Méditations sur les Saints Évangiles, Nuovelle Cité, Montrouge 1997)
DA FRATELLI TUTTI
«Solo l’uomo che accetta di avvicinarsi alle altre persone nel loro stesso movimento, non per trattenerle nel proprio, ma per aiutarle a essere maggiormente sé stesse, si fa realmente padre». In quel mondo [all’epoca di san Francesco] pieno di torri di guardia e di mura difensive, le città vivevano guerre sanguinose tra famiglie potenti, mentre crescevano le zone miserabili delle periferie escluse. Là Francesco ricevette dentro di sé la vera pace. (FT 4)