Sabato della settimana della VI Domenica dopo l'Epifania

Es 25, 1. 23-30; Sal 98 (99); 1Cor 10, 16-17; Gv 6, 45b-51

«Farai anche i suoi piatti, coppe, anfore e tazze per le libagioni: li farai d’oro puro. Sulla tavola collocherai i pani dell’offerta: saranno sempre alla mia presenza».  (Es 25,29)

La Legge stabilisce che nel tempio del Signore ci siano sempre dei pani a lui offerti, per quel luogo specifico è stabilita una cura particolare, che segnali l’importanza dei pani. È così necessario che qualcuno si prenda cura di prepararli, perché il pane è buono solo quando è fresco. Il nutrimento fondamentale per gli esseri umani, ciò che dà vita, è messo alla presenza del Signore, riconoscimento del fatto che è innanzitutto dono suo, dono del quale si può disporre solo perché è stato ricevuto. I pani, modello di ogni dono, sono occasione per riconoscere che il Signore offre la sua benevolenza senza misura, quando gli esseri umani sono in grado di accoglierla senza temere che possa finire.

Preghiamo

Esaltate il Signore, nostro Dio,
prostratevi allo sgabello dei suoi piedi.
Egli è santo!
Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti,
Samuele tra quanti invocavano il suo nome.

Dal Salmo 98 (99)

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