Mercoledì della settimana della VI domenica dopo Pentecoste

Gs 3, 1-13; Sal 113A (114); Lc 9, 10-17

«Ecco, l’arca dell’alleanza del Signore di tutta la terra sta per attraversare il Giordano dinanzi a voi. Sceglietevi dunque dodici uomini dalle tribù d’Israele, un uomo per ciascuna tribù. Quando le piante dei piedi dei sacerdoti che portano l’arca del Signore di tutta la terra si poseranno nelle acque del Giordano, le acque del Giordano si divideranno: l’acqua che scorre da monte si fermerà come un solo argine».  (Gs 3,11-13)

L’ingresso nella terra avviene grazie al miracolo dell’apertura delle acque del Giordano. Quell’evento consente al popolo di Israele di tornare con la memoria alla liberazione dall’Egitto, avvenuta tramite l’apertura del mar Rosso. In quel modo è possibile intendere il legame tra i due momenti, riconoscere che il possesso della terra non è una conquista data dalla forza del popolo, ma dono totalmente gratuito del Signore, offerto alla responsabilità di ciascuno.
Un esercizio che può accompagnare costantemente: fare memoria degli eventi tramite i quali si è riconosciuta la presenza del Signore nella propria vita, per accogliere ogni nuovo giorno come un dono da lui offerto.

Preghiamo

Il mare vide e si ritrasse,
il Giordano si volse indietro.
Che hai tu, mare, per fuggire,
e tu, Giordano, per volgerti indietro?

Dal Salmo 113A (114)

Ti potrebbero interessare anche: