Giovedì della settimana della IX Domenica dopo Pentecoste
1Cr 28, 2-14; Sal 88 (89); Lc 11, 14-20;
«Ora, sotto gli occhi d’Israele, assemblea del Signore, e davanti al nostro Dio che ascolta, vi scongiuro: custodite e ricercate tutti i comandi del Signore, vostro Dio, perché possediate questa buona terra e la passiate in eredità ai vostri figli dopo di voi, per sempre. Tu, Salomone, figlio mio, riconosci il Dio di tuo padre, servilo con cuore perfetto e con animo volenteroso, perché il Signore scruta tutti i cuori e conosce ogni intimo intento: se lo cercherai, ti si farà trovare; se invece l’abbandonerai, egli ti rigetterà per sempre. Vedi: ora il Signore ti ha scelto perché tu gli costruisca una casa come santuario; sii forte e mettiti al lavoro». (1Cr 28,8-14)
La storia della salvezza non è questione di un singolo o di un eroe che cambi la sorte del popolo degli ebrei. L’unico sarà Gesù, vero tempio del Dio vivente, capace di mostrare nel suo corpo e con la sua storia il Dio che salva. La storia che lo precede, invece, è fatta da una moltitudine di uomini che contribuiscono a riconoscere il Signore presente, la sua volontà si scopre solo a partire da uno sguardo d’insieme. Per questo motivo quello che a molti poteva apparire un fallimento, l’impossibilità di costruire un tempio che accogliesse l’arca dell’alleanza, non è considerato come tale da Davide. Egli affida il compito al figlio Salomone, ma sa che quanto fatto da lui non è stato inutile. Il Signore ha scelto di abitare nella sua discendenza, di partecipare alla storia del popolo, qui si radica la gioia di Davide. Lui non verrà ricordato per un’opera finita, ma perché ha consentito un passaggio fondamentale, senza ridurlo spostando l’attenzione su di sé. Solo in un passaggio di consegne la storia prosegue, solo nella fiducia verso la generazione seguente si compie l’opera del Signore.
Preghiamo
Stabilirò per sempre la sua discendenza,
il suo trono come i giorni del cielo.
Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge
e non seguiranno i miei decreti,
punirò con la verga la loro ribellione
e con flagelli la loro colpa.
Dal Salmo 88 (89)