Domenica della Divina Clemenza
Dn 9, 15-19; Sal 106 (107); 1Tm 1, 12-17; Mc 2, 13-17
In quei giorni. Daniele pregò il Signore dicendo: «Ora ascolta, nostro Dio, la preghiera del tuo servo e le sue suppliche e per amor tuo, o Signore, fa’ risplendere il tuo volto sopra il tuo santuario, che è devastato. Porgi l’orecchio, mio Dio, e ascolta: apri gli occhi e guarda le nostre distruzioni e la città sulla quale è stato invocato il tuo nome!». (Dn 9,17-18)
La preghiera del profeta Daniele è molto coraggiosa, ma ciò non toglie che non possa diventare la preghiera di tutti. Al contrario, la grandezza del Signore comporta che ogni persona possa rivolgersi a lui con tanta lucidità: si tratta di invocare il Signore proprio quando si riconosce la profondità della propria colpa, è il primo passo per riconoscere che la propria voglia di cambiare coincide con il desiderio misericordioso del Signore, quello di donare un futuro nuovo e pieno a ogni sua creatura.
Preghiamo
Nell’angustia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angosce.
Li guidò per una strada sicura,
perché andassero verso una città in cui abitare.
Ringrazino il Signore per il suo amore.
Dal Salmo 106 (107)