Venerdì della settimana della penultima domenica dopo l'Epifania
Sap 19, 1-9. 22; Sal 77 (78); Mc 11, 27-33
Tutto il creato fu modellato di nuovo nella propria natura come prima, obbedendo ai tuoi comandi, perché i tuoi figli fossero preservati sani e salvi. Si vide la nube coprire d’ombra l’accampamento, terra asciutta emergere dove prima c’era acqua: il Mar Rosso divenne una strada senza ostacoli e flutti violenti una pianura piena d’erba; coloro che la tua mano proteggeva passarono con tutto il popolo, contemplando meravigliosi prodigi. Furono condotti al pascolo come cavalli e saltellarono come agnelli esultanti, celebrando te, Signore, che li avevi liberati. In tutti i modi, o Signore, hai reso grande e glorioso il tuo popolo e non hai dimenticato di assisterlo in ogni momento e in ogni luogo. (Sap 19,6-9)
La sapienza interpreta il passaggio dell’esodo come una nuova creazione. Il Signore dona al suo popolo la possibilità di iniziare una vita nuova, una nuova esistenza caratterizzata dalla libertà e dalla gioia. Solo quando si è in grado di riconoscere che tutto è un dono del Signore, allora la realtà diventa nuova, si compie il passaggio che rende capaci di celebrare il Signore e quindi di vivere in alleanza con lui. Il passaggio dell’esodo è offerto a tutti, ogni giorno, una conversione che consente di iniziare sempre di nuovo, a partire dallo sguardo che riconosce il creato contemplandolo come ciò che è dato perché tutti gli esseri umani abbiano vita piena.
Preghiamo
Divise il mare e li fece passare,
e fermò le acque come un argine.
Li guidò con una nube di giorno
e tutta la notte con un bagliore di fuoco.
Fece sgorgare ruscelli dalla rupe
e scorrere l’acqua a fiumi.
dal Salmo 77 (78)