Domenica dell'Incarnazione

Is 62,10-63,3b; Sal 71 (72); Fil 4,4-9; Lc 1,26-38

«Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». (Lc 1,36-37)

Nulla è impossibile a Dio! E per Dio nessuno è troppo vecchio per non poter sperare, nessuno è troppo vecchio per non servire più a niente. La vecchia Elisabetta diventa un segno per la giovane Maria. Anzi, diventerà addirittura un “ristoro” per la giovane Maria, quasi una maestra a cui rivolgersi in fretta per condividere le meraviglie che stanno avvenendo in loro e per trovare qualcuna disposta ad ascoltarla, a comprenderla e ad aiutarla a magnificare Dio per le sue opere. Elisabetta, nella sua vecchiaia, si mette a servizio di Dio e anche a servizio di Maria, con il carico dei suoi anni, della sua fede in Dio, della sua capacità di attendere e poi di fiorire. La vecchia Elisabetta e la giovane Maria sono esempio della possibilità di dialogo tra generazioni! Ed hanno saputo comprendersi perché non hanno parlato di cose esteriori, ma dell’essenziale della loro vita, di ciò che Dio stava operando in loro!

Preghiamo

Una generazione narra all’altra le tue opere,
annuncia le tue imprese.
Il glorioso splendore della tua maestà
e le tue meraviglie voglio meditare.
Parlino della tua terribile potenza:
anch’io voglio raccontare la tua grandezza.

Sal 145 (144), 4-6

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