Giovedì della settimana della V Domenica dopo l'Epifania
Sir 31, 1-11; Sal 51 (52); Mc 8, 10-21
Chi ama l’oro non sarà esente da colpa, chi insegue il denaro ne sarà fuorviato. Molti sono andati in rovina a causa dell’oro, e la loro rovina era davanti a loro. È una trappola per quanti ne sono infatuati, e ogni insensato vi resta preso. Beato il ricco che si trova senza macchia e che non corre dietro all’oro. Chi è costui? Lo proclameremo beato, perché ha compiuto meraviglie in mezzo al suo popolo. (Sir 31,5-9)
La persona sapiente sa considerare il valore delle ricchezze e il pericolo che ne deriva. È assai facile che una ricchezza diventi tanto allettante da far considerare la vita di valore solo nel momento in cui la si possiede. In questo modo si perde per sempre la possibilità di vivere un reale legame con gli altri, perché l’obiettivo dell’esistenza si dirige ai beni materiali. Ma chi è sapiente sa anche che non si tratta di rifiutare ogni ricchezza in quanto tale, piuttosto di essere in grado di riconoscere come un dono del Signore tutto quanto si riceve, un dono che è pieno solo nel momento in cui è condiviso, quando è abbandonato affinché in molti ne possano trarre beneficio.
Preghiamo
Perché ti vanti del male, o prepotente?
«Ecco l’uomo che non ha posto Dio come sua fortezza,
ma ha confidato nella sua grande ricchezza
e si è fatto forte delle sue insidie».
dal Salmo 51 (52)