Sabato della IV settimana di Quaresima

Gl 3,1-5; Sal 88 (89); Rm 8,12-17b; Mt 19,13-15

Gesù disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». (Mt 19,14)

Il rapporto stretto tra umiltà e regno dei cieli è espresso in forma di promessa, simile alle formule delle beatitudini. Rizaul e Sirazul sono due fratelli. Il più piccolo ha un cromosoma in più, è specialissimo, di una simpatia e di un’intelligenza incredibili. Il maggiore, stanco della situazione a casa perché i suoi genitori litigano sempre, è scappato ed è tornato dopo sei giorni. Ho chiesto di poterlo vedere, so che cosa ha nel cuore quel bambino e gli ho spiegato abbracciandolo e accarezzandolo che non aveva fatto una cosa buona. Gli ho chiesto come hanno reagito al rientro i genitori e lui ha detto che la mamma non ha detto nulla, il papà lo ha sgridato e il fratellino più piccolo lo ha baciato e abbracciato. Spesso è attraverso la presenza e la semplicità dei bambini che possiamo capire quanto è grande l’amore di Dio per ogni uomo.

Preghiamo

Grazie Signore,
che mi insegni a dare tempo ai piccoli e agli ultimi,
senza preoccuparmi di convertire nessuno,
ma piuttosto di farmi convertire dalla loro umiltà
e semplicità.

Amen.

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