III Domenica dopo Pentecoste
Gen 3, 1-20; Sal 129 (130); Rm 5, 18-21; Mt 1, 20b-24b
Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l’uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». (Gn 3,7-10)
È sorprendente scoprire la costanza con la quale il Signore si fa prossimo agli esseri umani: nel racconto di Genesi, proprio il momento in cui Dio si fa vicino e cerca un contatto, l’uomo ha paura e preferirebbe rifiutare l’incontro, eppure Dio continua imperterrito a offrire la sua alleanza. Quella volontà di incontro ha raggiunto il suo compimento nel farsi Dio-con-noi, in Gesù.
L’incontro di oggi con la Scrittura invita tutti a considerare che molti eventi della vita umana si possono interpretare secondo quella dinamica, spingendo quindi ad avere un maggiore coraggio per lasciare che il Signore incontri la propria esistenza, quale che sia la situazione che si sta vivendo.
Preghiamo
Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.
Dal Salmo 129 (130)