Giovedì della settimana della III domenica dopo Pentecoste
Nm 27, 12-23; Sal 105 (106); Lc 6, 20a. 24-26
Mosè disse al Signore: «Il Signore, il Dio della vita di ogni essere vivente, metta a capo di questa comunità un uomo che li preceda nell’uscire e nel tornare, li faccia uscire e li faccia tornare, perché la comunità del Signore non sia un gregge senza pastore». (Nm 27,15-17)
Mosè si rivolge al Signore appena dopo aver saputo che morirà prima di entrare nella terra promessa, proprio la terra a cui ha dedicato tutta la sua vita, affinché il popolo potesse arrivarci e vivere liberamente in alleanza con il Signore.
Ancora una volta l’attenzione di Mosè non è rivolta alla sua persona, ma alla destinazione di tutto il popolo, subito infatti intercede perché quel popolo abbia una nuova guida, capace di rendere ancora vivo il legame con il Signore. Il ruolo di guida che è stato di Mosè e che sarà svolto da Giosuè è vissuto come un servizio, affinchè tutta la comunità possa fare esperienza dell’alleanza.
Quello stile orienta ogni cristiano, ancora oggi, mettendo in luce che ogni ruolo di potere può essere vissuto con responsabilità in favore di tutti.
Preghiamo
Salvaci, Signore Dio nostro,
radunaci dalle genti,
perché ringraziamo il tuo nome santo:
lodarti sarà la nostra gloria.
Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
da sempre e per sempre.
dal Salmo 105 (106)