Sabato della V settimana di Pasqua
At 27,1-11.14-15.21-26.35-39.41-44; Sal 46; 1Cor 13,1-13; Gv 13,12a.16-20
Quando ebbe lavato i piedi ai discepoli, il Signore Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica». (Gv 13,12a-16-17)
Conosciamo meglio la serie di “Beatitudini” che i Vangeli di Matteo e di Luca ci raccontano; e qui anche Giovanni vuole indicarci quello che ha compreso dal suo Maestro e Signore: rende beati una vita spesa nel servizio, a imitazione del gesto di Gesù che lava i piedi ai suoi discepoli. Facciamo tante scelte nel tentativo – a volte proprio goffo – di trovare la felicità, o almeno la pace; le parole di Gesù ci indicano, con estrema semplicità, quale sia la via capace di trasformare in bellezza e beatitudine ogni nostro giorno: pensarci dediti al bene di chi incontriamo nel nostro cammino e spenderci con passione per il bene di altri. Se questa è la Via di Dio, potrebbe mai essere radicalmente diversa la nostra? Benché messi alla prova, toccati da tante fatiche e sofferenze, anche frenati da tanta ingiustizia e violenza del nostro tempo, non venga meno in noi il desiderio di agire per rendere migliore la vita di altri. È la promessa di Dio per tutti e noi vi possiamo collaborare.
Preghiamo
Donaci, o Dio, sentimenti di adorazione
e di amore per il tuo nome santo,
poiché tu non desisti dal prenderti cura
di quanti sostieni e rianimi
con la certezza del tuo affetto di padre.
(dalla liturgia)