VII Domenica di Pasqua
At 7,48-57; Sal 26; Ef 1,17-23; Gv 17,1b.20-26
Il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati. (Ef 1,17-18a)
In questi giorni invochiamo il dono dello Spirito, perché ci guidi a comprendere quale grandezza sia seminata nella storia e anche nel nostro percorso personale. Se abbiamo, almeno un poco, conosciuto il Dio di Gesù Cristo, non possiamo solamente raccoglierci a guardare mestamente alla nostra pochezza e ai nostri errori. È tempo per “accelerare i tempi della nostra vita interiore”, riconoscendo quanta grazia ci abbia avvolti e quanto ancora possiamo operare nello Spirito di Dio, e collaborare al suo progetto di amore. Non siamo incapaci e non abbiamo esaurito le nostre possibilità; non dobbiamo solo mortificarci di fronte alla grandezza di Dio, anzi possiamo renderci decisamente utili al fine di rendere tutto più bello e più giusto e più luminoso. Siamo chiamati a cose grandi, anche se magari umili e nascoste: grandi perché preziose agli occhi di Dio e perché guidate dal desiderio di dare il meglio di noi stessi; grandi per la capacità di dedicarsi senza misura e senza tornaconto. Venga lo Spirito del Signore a riempirci gli occhi della sua speranza!
Preghiamo
Fa’, o Dio, che il mistero della tua grazia
operi con efficacia
nel segreto della nostra coscienza.
(dalla liturgia)