VI Domenica di Pasqua
At 21,40b – 22,22; Sal 66; Eb 7,17-26; Gv 16,12-22
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future». (Gv 16,12-13)
Il tempo di Dio non sempre coincide con il nostro; soprattutto Dio non attende di poter verificare i nostri meriti per preparare la festa del suo regno: Dio è già pronto. Lo Spirito di Dio riempie la terra e accende di vita il cammino della storia, anche se noi non riusciamo sempre a vedere e spesso non capiamo bene cosa stia accadendo. Si tratta di attendere e, nell’attesa, di fidarci. Guardare avanti, magari quando il peso della sofferenza è alto, può rivelarsi decisamente difficile; e possono apparire stonati e urtanti gli inviti alla fiducia. Per questo abbiamo bisogno di un soffio dall’alto, che rinnovi il nostro pensare e apra i nostri occhi al compiersi della promessa di Dio. Dubitare intristisce; disperare spegne; ma il fuoco dello Spirito riporta vita e nuovo slancio. È un dono da invocare, voce da cercare, vento da cui lasciarsi un poco scompigliare. È la promessa di Gesù mentre si consegna per amore, è il dono del Signore risorto.
Preghiamo
Con la mia voce ho gridato al Signore
e dal suo monte santo mi ha ascoltato.
Non temerò l’assalto
neppure di mille nemici, alleluia.
(dalla liturgia)