II Domenica dopo la Dedicazione

Is 25,6-10a; Sal 35 (36); Rm 4,18-25; Mt 22,1-14

Poi disse ai suoi servi: «La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze». (Mt 22,8-9)

Dalla testimonianza del dottor Dautheville. Un giorno [Charles de Foucauld] mi invitò a pranzo con il maresciallo d’alloggio Tessère. Durante il pranzo rivolsi al padre la domanda seguente: «Credete che i Tuareg si convertiranno e otterrete dei risultati che vi ripagheranno dei vostri sacrifici?». «Mio caro dottore, mi rispose, io sono qui non per convertire in un solo colpo i Tuareg, ma per cercare di capirli e di migliorarli: imparo la loro lingua, li studio, perché dopo di me altri sacerdoti continuino il mio lavoro. Io appartengo alla Chiesa, e la Chiesa ha tempo, essa dura, io invece passo e non conto niente. E poi, io desidero che i Tuareg abbiano il loro posto in paradiso. Io sono certo che il buon Dio accoglierà nel cielo coloro che sono stati buoni e onesti, senza bisogno che siano cattolici romani. Voi siete protestante, Tessère è incredulo, i Tuareg sono musulmani: io sono persuaso che Dio ci riceverà tutti».

(M. Serpette, Foucauld nel deserto, Queriniana, Brescia 1998)

DA FRATELLI TUTTI

Cristo ha versato il suo sangue per tutti e per ciascuno, e quindi nessuno resta fuori dal suo amore universale. E se andiamo alla fonte ultima, che è la vita intima di Dio, ci incontriamo con una comunità di tre Persone, origine e modello perfetto di ogni vita in comune. (FT 87)

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