Sabato della settimana della II domenica dopo il Martirio di san Giovanni il Precursore
Dt 12, 1-12; Sal 95 (96); Rm 9, 25 – 10, 4; Lc 18, 31-34
Demolirete i loro altari, spezzerete le loro stele, taglierete i loro pali sacri, brucerete nel fuoco le statue dei loro dèi e cancellerete il loro nome da quei luoghi. Non farete così con il Signore, vostro Dio, ma lo cercherete nella sua dimora, nel luogo che il Signore, vostro Dio, avrà scelto fra tutte le vostre tribù, per stabilirvi il suo nome: là andrete. (Dt 12,3-5)
La Scrittura è molto netta a proposito dell’idolatria: il popolo di Israele non può vivere in una situazione ambigua, nella quale l’alleanza con il Signore sia affiancata dal culto per altri dei. Le immagini usate sono molto forti: demolire, spezzare bruciare. Quei verbi possono applicarsi alla vita di ognuno: quali forme di idolatria è necessario togliere di mezzo per seguire il Signore?
Si tratta di una forma di abbandono esigente e difficile, ma non corrisponde a una semplice norma, piuttosto è la risposta piena di vita di coloro che intendono la loro esistenza come una continua crescita, durante la quale camminare costantemente, creando lo spazio adeguato perché il Signore si possa manifestare.
Preghiamo
Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri.
Dal Salmo 95 (96)