Venerdì della settimana della IV Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
Gc 4, 13 – 5, 6; Sal 61 (62); Lc 20, 1-8
E ora a voi, fratelli, che dite: «Oggi o domani andremo nella tal città e vi passeremo un anno e faremo affari e guadagni», mentre non sapete quale sarà domani la vostra vita! Siete come vapore che appare per un istante e poi scompare. Dovreste dire invece: «Se il Signore vorrà, vivremo e faremo questo o quello». (Gc 4,13-15)
Il richiamo di Giacomo è assai considerevole, soprattutto osservando che a distanza di due millenni il desiderio di programmare, determinando e conoscendo il futuro, non si è affievolito, anzi è il tratto qualificante dell’epoca contemporanea. Tutti fanno progetti che solitamente hanno come obiettivo «affari e guadagni», spesso senza rilevare di essere ormai dominati dalle forze – come il profitto e la previsione del tempo – sulle quali si vorrebbe avere un potere.
Per Giacomo la conseguenza non è un invito alla rassegnazione che accetta il flusso dell’accadere, ma quello alla decisione, che porta a modificare la gerarchia dei valori; chi è capace di riconoscere il Signore come colui che consente la vita scopre che ciò non significa che egli voglia affermare la sua potenza, alternando periodi di benedizione ad altri di privazione, ma individua con chiarezza e meraviglia che l’esistenza in quanto tale è un dono sovrabbondante.
Preghiamo
Confida in lui, o popolo, in ogni tempo;
davanti a lui aprite il vostro cuore: nostro rifugio è Dio.
Sì, sono un soffio i figli di Adamo,
una menzogna tutti gli uomini:
tutti insieme, posti sulla bilancia,
sono più lievi di un soffio.
Dal Salmo 61 (62)