III Domenica dopo il martirio di San Giovanni il precursore

Is 43,24c – 44,3; Sal 32 (33); Eb 11,39-12,4; Gv 5, 25-36

Così dice il Signore che ti ha fatto, che ti ha formato dal seno materno e ti soccorre: «Non temere, Giacobbe mio servo, Iesurùn che ho eletto, poiché io verserò acqua sul suolo assetato, torrenti sul terreno arido. Verserò il mio spirito sulla tua discendenza, la mia benedizione sui tuoi posteri».  (Is 44,1-3)

Il Signore mostra tutto il suo amore, sta parlando al popolo che ha rinnegato l’alleanza con lui e ciononostante rinnova la sua promessa di vita, assicura che lui si impegna a mantenere l’alleanza. È lui ad avere creato per amore, in ragione di questo primo atto gratuito non intende rinunciare a coloro che ha voluto nel rapporto con lui. La benedizione che promette sarà ancora più abbondante, infatti arriverà a compimento con Gesù, colui che ha il potere di dare la vita per sempre. Ciascuno può considerare la propria vita a partire da ciò che la contraddistingue: il fatto di essere destinatari di un amore tanto grande da dare la forza per decidersi per abbandonare la mediocrità e il peccato.

Preghiamo 

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
È in lui che gioisce il nostro cuore,
nel suo santo nome noi confidiamo.

dal Salmo 32 (33)

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