X Domenica dopo Pentecoste

1Re 3, 5-15; Sal 71 (72); 1Cor 3, 18-23; Lc 18, 24b-30

«Ora, Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide, mio padre. Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per quantità non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?». Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. (1Re 3,7-10)

Non solo Salomone non sceglie per sé le ricchezze, ma ciò che chiede al Signore è un dono che potrà usare in favore di tutti. Egli è capace di fare buon uso dei doni che possiede, in quanto non si lascia da essi opprimere, ma mantiene la sua libertà, perché scopre che tutto può essere usato perché anche altri ne ricevano giovamento.
La sapienza di Salomone può essere un dono per ciascuno, a tutti è offerta la possibilità di un rapporto vitale e non opprimente con le cose e con il potere, scoprendo che proprio perché proviene dal Signore, tutto può essere un beneficio da condividere.

Preghiamo

Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Dal Salmo 71 (72)

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