Martedì della settimana della domenica che precede il Martirio di san Giovanni il Precursore
1Mac 8, 1-7. 12-18; Sal 36 (37); Lc 3, 15-18
Affidano il comando e il governo di tutti i loro domìni a uno di loro per un anno e tutti obbediscono a quello solo e non c’è in loro invidia né gelosia. Giuda pertanto scelse Eupòlemo, figlio di Giovanni, figlio di Acco, e Giasòne, figlio di Eleàzaro, e li inviò a Roma a stringere amicizia e alleanza, per liberarsi dal giogo, perché vedevano che il regno dei Greci riduceva Israele in schiavitù. (1Mac 1,16-18)
Giuda Maccabeo vede nell’alleanza con i romani la possibilità di uscire dal dominio dei greci, che implicava l’abbandono della fedeltà alla legge del Signore, cerca così di iniziare le trattative. I romani, oltre a essere un popolo vittorioso, appaiono differenti dai greci, perché hanno un rapporto diverso con il potere, lasciando ogni popolazione vivere secondo la propria religione.
Giuda Maccabeo vive la sua fede nella storia, comprendendo che la salvezza del popolo è data dalla possibilità di vivere in un regno giusto. Quella sensibilità, nata dalla fede, lo conduce a considerare questioni politiche, facendo progetti di lunga durata.
Anche per i cristiani vivere come persone di fede non può escludere una considerazione attenta e partecipe al mondo nel quale si è inseriti, perchè la propria testimonianza sia autentica deve essere capace di interessarsi della vita di tutti.
Preghiamo
Sta’ lontano dal male e fa’ il bene
e avrai sempre una casa.
Perché il Signore ama il diritto
e non abbandona i suoi fedeli.
Gli ingiusti saranno distrutti per sempre
e la stirpe dei malvagi sarà eliminata.
Dal Salmo 36 (37)