Venerdì della settimana della XI domenica dopo Pentecoste

2Cr 36, 5-12. 17; Sal 78 (79); Lc 12, 22-26

Quando divenne re, Ioiakìm aveva venticinque anni; regnò undici anni a Gerusalemme. Fece ciò che è male agli occhi del Signore, suo Dio. Contro di lui salì Nabucodònosor, re di Babilonia, che lo legò con catene di bronzo per deportarlo a Babilonia. Nabucodònosor portò a Babilonia parte degli oggetti del tempio del Signore, che depose a Babilonia nella sua reggia.  (2Cr 36,5-7)

Ioiakìm rende sempre più aspra la ribellione nei confronti del Signore, egli non è in grado di regnare e di conservare il regno fedele all’alleanza, tanto che neppure il segno della terra è più in vigore: quella terra, che attestava la promessa del Signore per una vita libera e piena, ora deve essere abbandonata, essendo fatto prigioniero del re di Babilonia.
Il momento dell’esilio interrogherà il popolo di Israele, che è messo alla prova per verificare se il Signore è ancora suo alleato. Questo sarà il momento in cui bisognerà, con più fatica e attenzione, prestare ascolto alla parola dei profeti, che chiama alla conversione.
Un invito, per tutti, a saper vivere con sapienza i momenti di difficoltà, quale occasione per decifrare quale passo di conversione stia proponendo il Signore, che sempre desidera avvicinarsi al suo popolo.

Preghiamo

Fino a quando sarai adirato, Signore: per sempre?
Arderà come fuoco la tua gelosia?
Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati:
presto ci venga incontro la tua misericordia,
perché siamo così poveri!

Dal Salmo 78 (79)

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