Mercoledì della settimana della X domenica dopo Pentecoste

2Cr 8, 17 – 9, 12; Sal 71 (72); Lc 11, 31-36

Quindi disse al re: «Era vero, dunque, quanto avevo sentito nel mio paese sul tuo conto e sulla tua sapienza! Io non credevo a quanto si diceva, finché non sono giunta qui e i miei occhi non hanno visto; ebbene non mi era stata riferita neppure una metà della grandezza della tua sapienza! Tu superi la fama che ne ho udita. Beati i tuoi uomini e beati questi tuoi servi, che stanno sempre alla tua presenza e ascoltano la tua sapienza! Sia benedetto il Signore, tuo Dio, che si è compiaciuto di te così da collocarti sul suo trono come re per il Signore tuo Dio. Poiché il tuo Dio ama Israele e intende renderlo stabile per sempre, ti ha posto su di loro come re per esercitare il diritto e la giustizia».  (2Cr 8,6-9)

La regina di Saba riconosce la grandezza di Salomone, affascinata dalle ricchezze che ha saputo amministrare e dall’armonia che caratterizza il suo regno; ella sa andare alla fonte, evidenziando che tutto dipende dalla sapienza del re e addirittura facendo risalire al Signore di Israele ogni dono.
Da una parte c’è lo sguardo attento di una regina, dall’altra la sapienza di un re che amministrando un regno lascia che la gloria del Signore si manifesti. Ogni azione, così come ogni ministero, possono essere vissuti come mezzo perché l’opera del Signore venga realizzata; a ciascuno è lasciata la responsabilità creativa perché la propria libertà possa mettersi a suo servizio.

Preghiamo

Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti.
Viva e gli sia dato oro di Arabia,
si preghi sempre per lui,
sia benedetto ogni giorno.

Dal Salmo 71 (72)

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