Martedì della settimana della VII domenica dopo Pentecoste
Gs 24, 1-16; Sal 123 (124); Lc 9, 46-50
Ora, dunque, temete il Signore e servitelo con integrità e fedeltà. Eliminate gli dèi che i vostri padri hanno servito oltre il Fiume e in Egitto e servite il Signore. Se sembra male ai vostri occhi servire il Signore, sceglietevi oggi chi servire: se gli dèi che i vostri padri hanno servito oltre il Fiume oppure gli dèi degli Amorrei, nel cui territorio abitate. Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore». Il popolo rispose: «Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi!». (Gs 24,14-16)
Seguire il Signore non è un obbligo formale, né un dovere fine a sé stesso. Seguire il Signore è una scelta che corrisponde alla risposta piena di gioia data al dono da lui offerto, gli israeliti rispondono di voler seguire il Signore dopo aver fatto memoria di tutti i prodigi che egli ha compiuto nella loro storia. Riconoscere la sua presenza in ogni momento della storia consente di riconoscere che quegli eventi interpellano nel profondo, portano a un’immersione totale e personale nel proprio presente, così da rendere evidente l’alleanza con il Signore, fino a mostrarla in ogni momento della vita.
Preghiamo
Se il Signore non fosse stato per noi
– lo dica Israele –,
se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera.
Dal Salmo 123 (124)