Martedì della settimana della IV domenica dopo Pentecoste
Dt 9, 1-6; Sal 43 (44); Lc 7, 1-10
Quando il Signore, tuo Dio, li avrà scacciati davanti a te, non pensare: “A causa della mia giustizia, il Signore mi ha fatto entrare in possesso di questa terra”. È invece per la malvagità di queste nazioni che il Signore le scaccia davanti a te. No, tu non entri in possesso della loro terra a causa della tua giustizia, né a causa della rettitudine del tuo cuore; ma il Signore, tuo Dio, scaccia quelle nazioni davanti a te per la loro malvagità e per mantenere la parola che il Signore ha giurato ai tuoi padri, ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe. Sappi dunque che non a causa della tua giustizia il Signore, tuo Dio, ti dà il possesso di questa buona terra; anzi, tu sei un popolo di dura cervice». (Dt 9,4-6)
Perché il popolo di Israele sia pronto a godere della terra promessa è necessario che la riconosca come un dono totalmente gratuito, dato dalla volontà del Signore di entrare in alleanza piuttosto che dalla conquista ottenuta solo con le proprie forze.
Si tratta di capire che il dono del Signore è dato nonostante non si possano esibire meriti che lo facciano ritenere qualcosa di dovuto; al dono corrisponde una risposta incondizionata, è possibile a questo punto mettere a frutto le proprie forze e impegnarsi non perché altrimenti non si raggiungerebbe nulla, ma perché è l’unico modo per sperimentare pienamente ciò che, senza merito, già è stato ricevuto.
Preghiamo
Non con la spada, infatti, conquistarono la terra,
né fu il loro braccio a salvarli;
ma la tua destra e il tuo braccio e la luce del tuo volto,
perché tu li amavi.
Sei tu il mio re, Dio mio,
che decidi vittorie per Giacobbe.
dal Sal 43 (44)