Sabato della III settimana di Pasqua
At 9,17-25; Sal 65; 1Cor 12,21-27; Gv 6,30-35
Disse Gesù: «Il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». (Gv 6,33-35)
L’evangelista Giovanni non ha tentennamenti nel proporci parole così dirette e decise da parte di Gesù: per lui è chiaro che il Maestro e Signore che ha conosciuto stia al cuore della storia. Ci riporta così le sue parole, con cui si definisce «il pane della vita», che toglie la fame e spegne la sete, la risposta ad ogni attesa dell’uomo, il percorso che conduce al senso della vita di ciascuno e di tutti. Sono affermazioni forti: la «vita del mondo» sta nelle mani del Crocifisso e Risorto! Sta nel dono di sé che ha fatto e nel riavvicinamento definitivo tra Dio e l’uomo che la sua presenza realizza. Ogni volta che un uomo o una donna si rivolgono al Cristo cercando salvezza, giungono al cuore della creazione. Ogni volta che un uomo o una donna scelgono la via dell’amore, magari anche a costo di “perderci”, raggiungono il cuore del mondo, che è la discreta presenza di Dio, anche non ne fossero consapevoli. Giovanni ha visto con i suoi occhi questa ricchezza; oggi, di nuovo, la racconta anche a noi.
Preghiamo
La nostra bocca si aprì nel sorriso,
la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.
Grandi cose ha fatto il Signore per noi,
ci ha colmato di letizia, alleluia.
(dalla liturgia)