Santi Filippo e Giacomo, apostoli
At 1,12-14; Sal 18; 1 Cor 4,9-1; Gv 14,1-14
Erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui. (At 1,13b-14)
Quando Luca, negli Atti, vuole descrivere i passi iniziali della prima comunità orfana del Maestro, si limita a poche parole, chiare e inequivocabili: gli apostoli, con Maria, le altre donne e i fratelli che avevano seguito Gesù, si riunivano a pregare. Non altro. Dopo accadranno tante cose: ci saranno esposizioni clamorose, confronti anche duri con le autorità, viaggi, rischi, un numero crescente di martiri; ci sarà il configurarsi di numerose comunità; ci sarà l’inatteso allargamento del numero dei credenti anche ai pagani. Ma tutto inizia qui, nella preghiera condivisa e perseverante. Ancora oggi è questa la ricchezza della Chiesa: la sua relazione con il Signore che ci ha mostrato con chiarezza il volto di Dio. Poi, sì, ci sono molte altre cose: iniziative da prendere, spazi da abitare con spirito di servizio, slanci missionari da non trascurare. Ma tutto è iniziato e inizia lì, in quella «stanza al piano superiore», nella preghiera concorde.
Preghiamo
I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
(Sal 18,2-3)