III Domenica dopo l'Epifania
Nm 13, 1-2. 17-27; Sal 104 (105); 2Cor 9, 7-14; Mt 15, 32-38
Al termine di quaranta giorni tornarono dall’esplorazione della terra e andarono da Mosè e Aronne e da tutta la comunità degli Israeliti nel deserto di Paran, verso Kades; riferirono ogni cosa a loro e a tutta la comunità e mostrarono loro i frutti della terra. Raccontarono: «Siamo andati nella terra alla quale tu ci avevi mandato; vi scorrono davvero latte e miele e questi sono i suoi frutti». (Nm 13,25-27)
Il Signore non si limita a portare a compimento la sua promessa, ma questa si realizza in un modo così abbondante da risultare una sorpresa incredibile. L’esperienza fatta dai primi esploratori della terra di Canaan non è semplicemente quella della conferma che il luogo donato dal Signore è adatto per vivere, ma che lo è come un dono quasi eccessivo, un segno della sua cura speciale per il popolo che ama.
Quell’amore sarà portato a compimento in Gesù, che rivela il Padre come colui che si prende cura di ogni bisogno delle persone, senza limitarsi a dare ciò che serve per sopravvivere, ma donando sempre in abbondanza.
Oggi è il giorno per affinare la propria sensibilità, così da essere capaci di riconoscere l’abbondanza dei doni ricevuti, per vivere secondo la misura offerta dal Signore.
Preghiamo
Ha fatto uscire il suo popolo con esultanza,
i suoi eletti con canti di gioia.
Ha dato loro le terre delle nazioni
e hanno ereditato il frutto della fatica dei popoli,
perché osservassero i suoi decreti
e custodissero le sue leggi.
dal Salmo 104 (105)