Sabato della settimana della VI Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore

Es 40,1-16; Sal 95 (96); Eb 8,1-2; Gv 2,13-22

Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato! (Gv 2,16b)

Bisogna passare per il deserto e soggiornarvi per ricevere la grazia di Dio: è là che ci si svuota, che si scaccia da sé tutto ciò che non è Dio e che si svuota completamente questa piccola casa della nostra anima per lasciare il posto a Dio solo. È indispensabile. È un tempo di grazia. È un tempo attraverso il quale le anime che vogliono portare dei frutti devono necessariamente passare; ci vuole questo silenzio, questo raccoglimento, quest’oblio di tutto il creato in mezzo al quale Dio stabilisce in esse il suo regno, e forma in esse lo spirito interiore, la vita intima con Dio, la conversazione dell’anima con Dio nella fede, nella speranza e nella carità. Più tardi l’anima produrrà dei frutti esattamente nella misura in cui l’uomo interiore si sarà formato in essa.

(Lettera a p. Jérôme, 19 maggio 1898, in C. de Foucauld, «Cette chère dernière place». Lettres à mes frères de la Trappe, ed. A. Robert – P. Sourisseau, Cerf, Paris 1991)

DA FRATELLI TUTTI

Proprio mentre difendono il proprio isolamento consumistico e comodo, le persone scelgono di legarsi in maniera costante e ossessiva. Questo favorisce il pullulare di forme insolite di aggressività, di insulti, maltrattamenti, offese, sferzate verbali fino a demolire la figura dell’altro, con una sfrenatezza che non potrebbe esistere nel contatto corpo a corpo perché finiremmo per distruggerci tutti a vicenda. (FT 44)

 

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