II Domenica dopo la Dedicazione - La partecipazione delle genti alla salvezza

Is 56, 3-7; Sal 23 (24); Ef 2, 11-22; Lc 14, 1a. 15-24

Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, e per essere suoi servi, quanti si guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella mia alleanza, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. (Is 56,6-7)

L’oracolo di Isaia dilata gli orizzonti: a un popolo prediletto dal Signore, sicuro di essere stato scelto da lui per un’alleanza speciale, ora viene annunciato che anche gli stranieri potranno godere dello stesso rapporto.
Quell’annuncio consente di intuire l’ampiezza dell’amore del Signore: non c’è confine o differenza dati dall’appartenenza che possano servire come ostacolo per essere raggiunti da lui, il suo amore è indirizzato all’intera umanità.
La consapevolezza del fatto che non ci sono limiti per essere raggiunti dal Signore mette tutti in discussione: quante volte i cristiani costruiscono teorie o pratiche che in realtà escludono molti dal potere ascoltare l’annuncio della salvezza?

Preghiamo

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli,
chi non giura con inganno.

dal Salmo 23 (24)

 

 

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