Sabato dopo la Dedicazione
Dt 18, 9-14; Sal 96 (97); Rm 1, 28-32; Lc 5, 1-11
In quei giorni. Mosè disse: «Quando sarai entrato nella terra che il Signore, tuo Dio, sta per darti, non imparerai a commettere gli abomini di quelle nazioni. Non si trovi in mezzo a te chi fa passare per il fuoco il suo figlio o la sua figlia, né chi esercita la divinazione o il sortilegio o il presagio o la magia, né chi faccia incantesimi, né chi consulti i negromanti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore». (Dt 18,9-12)
Chi segue il Signore non ha bisogno di niente per incontrarlo, perché lui per primo si è avvicinato all’umanità, senza chiedere nulla in cambio. Il popolo di Israele non compirà alcun sacrificio che metta a repentaglio la vita, né dovrà affidarsi alla magia. Questo divieto è fonte di libertà, in quanto il Signore non chiede nulla agli esseri umani, tantomeno che essi si sacrifichino per incontrarlo.
Ancora oggi sopravvive la tentazione di ridurre Dio a colui che deve essere incontrato tramite le vie tortuose della magia, o ammansito tramite riti di semplice ideazione umana, ogni cristiano ha la responsabilità di mantenere totale la fiducia nel Signore della vita, che si lascia incontrare senza ricorrere a idoli che rendono falsa la sua immagine.
Preghiamo
Un fuoco cammina davanti a lui
e brucia tutt’intorno i suoi nemici.
Le sue folgori rischiarano il mondo:
vede e trema la terra.
Dal Salmo 96 (97)