Sabato della I settimana di Avvento

Zc 2,14-16; Sal 44 (45); Rm 8,8-11; Mc 3,31-35

«Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: “Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano”. Ma egli rispose loro: “Chi è mia madre?”». (Mc 3, 31-32)

Parole di Gesù apparentemente dure nella risposta, nell’unico brano in cui Marco parla della Madre. La liturgia di oggi lo sceglie per fare memoria di Maria presentata al tempio e per pregare per le comunità claustrali. L’evangelista sottolinea qui una distanza, una crescita di incomprensione tra i parenti di Gesù, giunti da Nàzaret a Cafàrnao per incontrarlo. Il motivo non è detto: possiamo pensare per prudenza o ripensamento, visti gli ultimi avvenimenti. Madre e fratelli “stanno fuori”: scelta spaziale ed esistenziale, rispetto alla folla seduta in casa per ascoltare il Maestro. Tale contrapposizione – che mette in luce la “nuova” parentela nata dall’accettazione della volontà del Padre – non intende però disprezzare il legame di sangue! Maria si configura come perfetta discepola della nuova famiglia: è sorella dei credenti, è madre capace di generare altri alla fede nel Figlio suo. Viviamo anche noi oggi il primato dell’obbedienza a Dio attraverso l’accoglienza del Cristo!

Preghiamo

Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio.

Dal Salmo 44 (45)

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