II Domenica di Quaresima
Dt 5,1-2.6-21; Sal 18 (19); Ef 4,1-7; Gv 4,5-42
L’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna. (Gv 4,14b)
Rimane difficile immaginare il nostro cuore, il nostro spirito, come una sorgente. Ma questa resta la splendida promessa di Gesù alla donna Samaritana e di conseguenza a tutta l’umanità: desiderare. Gesù chiede alla donna, al pozzo, di rendersi conto del proprio desiderio, grande, infinito, bello. Un desiderio di pienezza (l’immagine evangelica è quella della sete), che appare così difficile da trovare nella sfida quotidiana di vivere. Ma questa è la promessa! Ascolta la tua sete, non accontentarti di ciò che non disseta davvero, cerca, chiedi, bussa. Dietro l’immagine c’è il rito battesimale, ma esso diventa vero quando esprime la reale scelta del battezzato di accogliere Gesù come Signore della propria vita. Gesù conduce la Samaritana a una presa di coscienza: la vita è una ricerca continua, il cuore è sempre inquieto ma se tu mi accogli potrai sperimentare una gioia speciale che non verrà meno nelle difficoltà dell’esistenza.
Preghiamo
Apri Gesù le orecchie del nostro spirito
perché possiamo ascoltare il desiderio profondo che ci abita,
l’anelito alla gioia che ci mette in cammino ogni giorno
e guidaci ad accoglierti, così che, come per la Samaritana,
si offra anche a noi l’esperienza di quella sorgente interiore
che zampilla per la vita eterna.