Sabato della VII settimana di Pasqua
1Cor 2,9-15a; Sal 103 (104); Gv 16,5-14
Di queste cose noi parliamo, con parole non suggerite dalla sapienza umana, bensì insegnate dallo Spirito. […] L’uomo mosso dallo Spirito, giudica ogni cosa. (1Cor 2,13.15)
La sapienza umana non riesce a comprendere la logica della croce, agli occhi del mondo appare stoltezza e scandalo. Ci vuole una sapienza che viene direttamente da Dio, è lo Spirito Santo, che aiuti ad accogliere nella vita personale l’enormità di questo amore gratuito. Non è sufficiente il ragionamento, capire i contenuti del Vangelo, il dialogo anche con obiezioni confutate secondo logica. L’atto di fede è un’opera dello Spirito Santo che dà consistenza all’uomo spirituale. L’uomo naturale, valuta secondo la propria psicologia, logica, sentimento, istinto, desideri, ricordi, capacità, intelligenza, studi fatti, gusti. L’uomo spirituale invece, perché guidato dallo Spirito, soppesa ogni cosa della vita, dando il giusto valore e consistenza, interpretandola secondo il progetto d’amore di Dio a immagine del figlio Gesù, nel dono di sè. Ogni credente in Cristo è chiamato a questo cammino di maturità umana e spirituale: assecondare il lavoro dello Spirito per far emergere l’immagine del figlio di Dio, impressa con i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Questo manifestarsi di Cristo in noi, avviene nella concretezza del quotidiano, è la via della santità personale. Si dice “christianus”, alter Christus.
Preghiamo
Manda il tuo Spirito, Signore,
e rinnova la faccia della terra.
(Salmo 103)