Lunedì della IV settimana di Pasqua

At 9,26-30; Sal 21 (22); Gv 6,44-51

Saulo, venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi ai discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo che fosse un discepolo. (At 9,26)

Saulo dopo la sua conversione, cerca di entrare a far parte della comunità cristiana di Gerusalemme, desidera un contatto con la Chiesa degli apostoli, ma trova nei suoi confronti paura e sospetto. Per avere una Chiesa santa, il Signore offre ai credenti il dono della purificazione. Non basta la fede personale, questa deve essere purificata da sofferenze o prove, come lo è stato per lo stesso figlio di Dio. È ciò che vive Saulo isolato ed emarginato nella comunità di Gerusalemme: la prova lo fa crescere nella fede e nell’amore. Interviene Barnaba, figlio della consolazione, fa da garante e introduce Saulo nella comunità testimoniando la sua parrèsia nell’annuncio evangelico a Damasco. Saulo, nella comunità, inizia un cammino di conversione e di conformazione a Cristo: Saulo è un nome regale, lo cambia e assume quello di Paolo che significa piccolo, “di poco conto”; lui stesso si definisce «il più piccolo degli apostoli» (1Cor 15,9), ed è con questo nome che assume la missione legittimata dal collegio apostolico, per essere apostolo delle genti.

Preghiamo

Io vivrò per lui, lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
annunceranno la sua giustizia;
ai popoli che nascerà diranno: Ecco l’opera del Signore.

(Sal 21)

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