III Domenica dopo l'Epifania

Nm 11, 4-7. 16a. 18-20. 31-32a; Sal 104 (105); 1Cor 10, 1-11b; Mt 14, 13b-21

Un vento si alzò per volere del Signore e portò quaglie dal mare e le fece cadere sull’accampamento, per la lunghezza di circa una giornata di cammino da un lato e una giornata di cammino dall’altro, intorno all’accampamento, e a un’altezza di circa due cubiti sulla superficie del suolo. (Nm 11,31-32a)

Il Signore si fa conoscere dal popolo di Israele come colui che è capace di sfamarlo. Egli risponde al desiderio del popolo in un modo addirittura eccessivo e imprevedibile.
La sua risposta consegue alla lamentela del popolo che, nel deserto, iniziava a dubitare dell’efficacia della promessa, riconoscendo la fatica che deriva dall’essere liberi. Il Signore sorprende il popolo con l’abbondanza anziché reagire alle lamentele negando il suo dono.
Così egli si rivela, fino a che, con Gesù, si mostrerà come colui che è capace di sfamare per sempre, ancora oggi ogni cristiano può esaminare in quale modo risponde a quell’alleanza che si lascia guidare dall’amore totale che supera ogni rifiuto.

Preghiamo

Alla loro richiesta fece venire le quaglie
e li saziò con il pane del cielo.
Spaccò una rupe e ne sgorgarono acque:
scorrevano come fiumi nel deserto.
Così si è ricordato della sua parola santa,
data ad Abramo suo servo.

dal Salmo 104 (105)

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