Venerdì della settimana della V Domenica dopo Pentecoste
Dt 32, 45-52; Sal 134 (135); Lc 8, 26-33
Quando Mosè ebbe finito di pronunciare tutte queste parole davanti a tutto Israele, disse loro: «Ponete nella vostra mente tutte le parole che io oggi uso come testimonianza contro di voi. Le prescriverete ai vostri figli, perché cerchino di eseguire tutte le parole di questa legge. Essa infatti non è una parola senza valore per voi; anzi è la vostra vita. Per questa parola passerete lunghi giorni nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso, attraversando il Giordano». (Dt 32,45-47)
Il libro del Deuteronomio è inteso come l’insieme dei discorsi pronunciati da Mosè a Israele. Una volta terminato di parlare Mosè sottolinea l’importanza di quelle parole, diventate Scrittura: il loro valore le rende equivalenti alla vita.
Come per il popolo di Israele quelle parole furono vitali, perché nella Legge è racchiusa la modalità autentica per vivere in alleanza con il Signore nella terra promessa, così ogni persona può considerare ogni giorno quanto la Scrittura sia il fondamento della propria esistenza, il momento di confronto decisivo con il Signore, capace di determinare il radicamento pieno nella vita.
Preghiamo
Sì, riconosco che il Signore è grande,
il Signore nostro più di tutti gli dèi.
Tutto ciò che vuole
il Signore lo compie in cielo e sulla terra,
nei mari e in tutti gli abissi.
dal Salmo 134 (135)