Sabato della settimana della XIII Domenica dopo Pentecoste

Dt 9, 9-19; Sal 96 (97); 2 Cor 3, 7-11; Lc 9, 1-6

Così io mi volsi e scesi dal monte. Il monte bruciava nelle fiamme. Le due tavole dell’alleanza erano nelle mie mani. Guardai ed ecco, avevate peccato contro il Signore, vostro Dio. Avevate fatto per voi un vitello di metallo fuso: avevate ben presto lasciato la via che il Signore vi aveva prescritto. Allora afferrai le due tavole, le gettai con le mie mani, le spezzai sotto i vostri occhi e mi prostrai davanti al Signore. (Dt 9,15-17)

La scena ricordata da Mosè è drammatica, ma presenta una dinamica molto comune: per Israele si tratta di un momento decisivo, perché il Signore ha consegnato a Mosè le tavole della legge, lo strumento per rimanere in alleanza con lui vivendo in armonia tra tutti i membri del popolo. Quel momento – che dovrebbe essere una svolta positiva, l’occasione per iniziare una vita nuova e completa – è rifiutato dal popolo, preferendo la via più semplice, quella di seguire gli idoli anziché costruire la propria libertà.
Si rimane colpiti dalla contemporaneità delle due scene: proprio mentre è offerto il dono decisivo non c’è neppure la possibilità di accorgersene, perché si è preferita l’idolatria. Sono tante le occasioni della vita di tutti nelle quali purtroppo avviene così, nel rapporto con il Signore è quasi la norma, proprio mentre ci si allontana da lui egli persevera offrendoci la misura piena della libertà. Oggi è l’occasione per rovesciare la situazione, purificando la propria vita in modo da dare spazio al legame con il Signore, così da costruire realmente un’esistenza che punta in alto.

Preghiamo

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.

dal Salmo 96 (97)

 

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