Venerdì della settimana della III Domenica dopo Pentecoste

Nm 28, 1-8; Sal 140 (141); Lc 6, 20a. 36-38

Dirai loro: “Questo è il sacrificio consumato dal fuoco, che offrirete al Signore: agnelli dell’anno, senza difetti, due al giorno, come olocausto perenne. Offrirai il primo agnello la mattina e l’altro agnello lo offrirai al tramonto; come oblazione un decimo di efa di fior di farina, impastata con un quarto di hin di olio puro. Tale è l’olocausto perenne, offerto presso il monte Sinai: sacrificio consumato dal fuoco, profumo gradito al Signore. (Nm 28,3-6)

Mosé riceve dal Signore le istruzioni per compiere il sacrificio, che prevedono un ritmo giornaliero, scandito al mattino e alla sera. Tramite il sacrificio il popolo può raggiungere il Signore, perché il fumo profumato che si produce sale verso il cielo, così da ricordare in modo perenne che tutto ciò di cui si gode sulla terra è dall’origine dono ricevuto.
Quel ritmo, che apre e chiude la giornata, è forse l’aspetto più significativo: ancora oggi ciascuno può scandire le ore del giorno nella consapevolezza che il tempo non è un flusso senza senso, ma è caratterizzato dal costante legame con il Signore, in quanto ogni momento nasconde un dono che è possibile far fruttare.

Preghiamo

Signore, a te grido, accorri in mio aiuto;
porgi l’orecchio alla mia voce quando t’invoco.
La mia preghiera stia davanti a te come incenso,
le mie mani alzate come sacrificio della sera. 

dal Salmo 140 (141)

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