Domenica dell'Incarnazione

Is 62,10 – 63,3b; Sal 71 (72); Fil 4,4-9; Lc 1,26-38a

«Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». (Lc 1,32-33)

L’ultima domenica di Avvento narra l’azione del Dio altissimo su una giovane donna scelta in un piccolo paese. Il progetto divino si svela. Concepire, dare alla luce, chiamarlo. Il Salvatore è già lì, nelle parole dell’angelo. Quale meraviglia! Secoli e secoli di attesa si ritrovano in poche sillabe, in un nome pronunciato con forza: Gesù, Jehoshu’a, “il Signore salva”. Spetterà a Maria imporre questo nome, ma né lei né Giuseppe lo hanno scelto. Il nome è dato da Dio attraverso l’angelo: è la sua vocazione, la missione, un uomo che solo Dio poteva darci! La profezia si compie. «Il suo regno non avrà fine», come ripetiamo nelle parole del Credo. Una dichiarazione solenne, un grande annuncio fatto a una ragazza chiamata a generare Dio. Sul villaggio della Galilea scende la benedizione di Dio. In modo unico, inaspettato, imprevedibile. Quale sarà la benedizione di Dio nella nostra vita in questo Natale? Quale “nome” nuovo ci regalerà il Signore?

Preghiamo

Benedetto il Signore, Dio d’Israele:
egli solo compie meraviglie.
E benedetto il suo nome glorioso per sempre:
della sua gloria sia piena tutta la terra.

Dal Salmo 71 (72)

 

 

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