IV feria prenatalizia "dell'Accolto"
Rt 2,19 – 3,4a; Sal 17 (18); Est 7,1-6; 8,1-2; Lc 1,57-66
«Per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: “Che sarà mai questo bambino?”. E davvero la mano del Signore era con lui». (Lc 1,65b-66)
È capitato un evento inatteso e inspiegabile. Ancora una volta nella storia d’Israele Dio sceglie una donna anziana per manifestare il suo amore e mantenere le sue promesse. Sara, moglie di Abramo, genera un figlio quando ha perso ogni speranza. Così succede per Elisabetta. Inevitabilmente, dovunque, nella Giudea, non si può tacere quello che è successo. Chissà quali saranno stati i commenti, le opinioni, magari anche qualche maldicenza! Forse le chiacchiere hanno a volte sovrastato la Parola. Chi custodisce, chi con sapienza medita e prega, intuisce con l’intelligenza e il cuore che qualcosa di grande è capitato. Chi non pensa di conoscere già tutto, di avere l’ultima parola su ogni avvenimento, chi sa abbassarsi nell’umiltà comprende che il filo rosso della storia è guidato da Dio e si chiede che cosa ne sarà di quel Bambino. Emerge, però, una certezza: la protezione del Signore già lo accompagna e lo sostiene. Sappiamo cogliere la presenza forte e tenera di Dio nella nostra vita?
Preghiamo
Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore,
mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Dal Salmo 17 (18)