IV giorno dell'ottava di Natale

Ger 31,15-18.20; Sal 123 (124); Rm 8,14-21; Mt 2,13b-18

Erode […] si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. (Mt 2,16)

La brama di potere acceca e fa germinare odio nel cuore. È ciò che succede a Erode. Convinto di avere in mano il suo rivale, pensa di aver dato una direzione alla storia, poi si accorge che non può tutto, che c’è ancora qualcosa che non ha saputo governare. Si è anche informato precisamente dai Magi: il suo piano non può fallire! Così non è, perciò diventa una furia e questa furia si accanisce contro i più deboli, contro chi non ha fatto nulla di male. Guardiamoci attorno: non possiamo troppo scandalizzarci, perché anche oggi il desiderio di possesso, l’avidità, il bisogno di prevalere generano vittime innocenti dell’ingiustizia, dell’odio, del potere. Se scegliamo di essere cristiani non possiamo continuamente volgere lo sguardo altrove o assuefarci alle prevaricazioni! Il Signore Gesù ci aiuti affinché la consapevolezza che tanti innocenti sono lasciati soffrire e morire nell’indifferenza vinca le nostre paure e le nostre comodità e ci dia la forza di scelte coraggiose.

Preghiamo

A te grida, Signore, il dolore innocente.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
egli ha fatto cielo e terra.

Sal 123 (124)

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