V giorno dell'Ottava di Natale

Mi 4,1-4; Sal 95 (96); 1Cor 1,1-10; Mt 2,19-23

Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: “Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino”. (Mt 2,19-20)

«Àlzati!» Un nuovo imperativo scuote il sonno di Giuseppe. Docile e obbediente, quest’uomo giusto e saggio, in esilio in Egitto per salvare la vita di Gesù, comprende che si compie un altro tempo, il tempo del ritorno a casa. L’angelo del Signore gli dona un nuovo incarico. Erode, colui che li aveva costretti alla fuga, è morto; il pericolo è passato, non si deve aspettare. L’urgenza della Parola chiede una risposta pronta. Una spiegazione c’è, i problemi sembrano finiti e allora, ecco un altro viaggio. «Il bambino e sua madre» hanno bisogno di essere accompagnati nella terra d’Israele. Già nella storia della salvezza qualcun’altro – Mosé – era stato chiamato per portare gli Ebrei nella terra promessa. Adesso, però, il Dio della promessa ha visitato il suo popolo e va “accompagnato” là dove inizierà il suo ministero. Guidato dalla Parola, Giuseppe accompagna il suo Dio fatto bambino. Alziamoci e accompagniamo anche noi coloro che il Signore mette sulla nostra strada!

Preghiamo

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.

Sal 95 (96)

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