Festa dei santi Simone e Giuda
At 1,12-14; Sal 18 (19); Ef 2, 19-22; Gv 14, 19-26
Dopo che Gesù fu assunto in cielo, gli apostoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato. Entrati in citta, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui. (At 1,12-14)
Gli apostoli, tra cui Simone e Giuda, sono caratterizzati per la perseveranza nella preghiera. Una costanza che mantiene saldo il legame con il Signore e che al medesimo tempo stabilisce i rapporti nella chiesa, dà modo di essere concordi, come un unico corpo che vive al ritmo del solo cuore.
Non è possibile ritenere il legame con il Signore una dimensione esclusiva, dalla quale il modo viene tenuto a distanza, al contrario, la prova dell’autenticità di quel rapporto sta proprio nella misura dell’unità stabilita con gli altri. Quell’unità, custode delle differenze di ciascuno in favore dell’unico Signore, ha dato modo alla chiesa degli apostoli di fare conoscere Gesù, compito che oggi è ancora affidato a ciascun cristiano.
Preghiamo
Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.
Dal Salmo 18 (19)