Mercoledì della V settimana di Pasqua
At 15,36 – 16,3.8-15; Sal 99 (100); Gv 12,20-28
Il sabato uscimmo […] dove ritenevamo che si facesse la preghiera e, dopo aver preso posto, rivolgevamo la parola alle donne là riunite. (At 16,13)
Dopo il Concilio di Gerusalemme, Paolo riparte per il secondo viaggio missionario e arriva a Filippi. L’apostolo predica e dà vita ad una comunità cristiana, che sarà cara e decisiva per lo sviluppo dell’annuncio. Paolo imposta una missione indipendente sia da Gerusalemme sia da Antiochia; sceglie come collaboratori persone diverse, Sila e Timoteo. La predicazione dell’apostolo produce conversioni, aperture di cuore, tanto che Paolo a Filippi deve accettare l’ospitalità di Lidia, donna agiata commerciante di porpora, da lui convertita e battezzata. Paolo era abituato a provvedere al suo sostentamento con il suo lavoro, non voleva essere “di peso” a qualcuno e, in seguito, gli arriveranno anche doni dalla stessa comunità nel periodo della sua prigionia a Roma. Paolo ricalca la scelta missionaria autonoma che aveva fatto lo stesso Gesù, va verso tutti coloro che, accogliendo lui, accolgono il regno che annuncia e che con la sua opera avanza. Inizia a gustare quel centuplo di cui parlava il Signore, fratelli e sorelle nella fede che accolgono con cuore aperto, attenti alla concretezza della vita, perchè il Vangelo è incarnazione.
Preghiamo
Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.
(Salmo 99)